Ciao Fabrizio

Te ne sei andato all'improvviso, scomparendo nell'oscurità di una notte di primo autunno, quando il freddo comincia ad ingiallire le foglie che per tanti mesi hanno mostrato la loro vigoria che eternamente si rinnova.

Basta un colpo di vento per farle cadere e per far ripartire il ciclo.

Anche tu sei caduto, ma il sonno della notte ti avvolge, di una notte senza fine.

Te ne sei andato nel mese che più amavi e che tante gioie ed avventure ti aveva regalato, su e giù per i boschi e le pianure della nostra terra.

Ti abbiamo apprezzato per il tuo lavoro, per quella abilità manuale veramente mirabile, per la tua mitezza, per la tua disponibilità.

Ti abbiamo voluto bene, ma non è bastato, forse non è stato abbastanza.

Ci lasci soli, hai lasciato la tua famiglia, stroncato da un male oscuro che ti ha annullato, ma non ci dimenticheremo di te.

Che il vento frizzante di queste mattine d'ottobre ti porti verso quell'azzurro che meriti e dove troverai quella pace che in terra hai cercato invano.