Cari studenti e care studentesse,
mi rivolgo direttamente a voi perché voglio che capiate il momento che stiamo vivendo tutti e non tanto sul piano didattico. Ne parleremo in questi giorni, ma è prioritario oggi sensibilizzarvi sui vostri doveri di cittadini e cittadine alle prese con un problema invisibile, ma insinuante e insidioso: il coronavirus. Non stiamo parlando di una malattia grave o incurabile, ma di un virus che il nostro organismo non è preparato ad affrontare, non avendo i necessari anticorpi. Servirebbe un vaccino, ma in questo momento non c’è e non lo avremo ancora per molto tempo. Il problema è dato dal fatto che la diffusione del virus è talmente veloce da inflazionare gli ospedali, che sono in difficoltà, nonostante l’encomiabile prodigarsi del personale sanitario, spesso vittima del contagio proprio perché in prima linea. In questo momento la priorità è bloccare o almeno rallentare la diffusione del contagio per consentire agli ospedali di offrire a tutti le cure necessarie. Rischiamo di perdere vite umane per l’assenza di posti letto, di strumentazioni mediche, di reparti di terapia intensiva. Non ce lo possiamo permettere perché per il nostro paese la tutela dei diritti della persona, in primis il diritto alla salute, è assolutamente prioritaria. Le misure che il governo sta adottando, tra cui la sospensione delle lezioni, sono dure, ma vanno rispettate e osservate con grande attenzione e rigore perché questo consente di tutelare la nostra salute, ma anche quella degli altri, in particolare delle persone a noi più vicine. Tutti siamo impegnati in questa battaglia perché ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa di importante. Vincere il virus, bloccare il contagio significa anche salvare la nostra società, il nostro stile di vita libero e democratico, la nostra economia e quindi costruire insieme il nostro futuro. La posta in palio è, quindi, importantissima.
Purtroppo, però, si notano comportamenti, soprattutto tra i più giovani, che vanno in direzione contraria. Feste, aperitivi, momenti aggregativi di varia natura si susseguono, generando occasioni di contagio e quindi di pericolo. Dobbiamo fermarci, dovete fermarvi e rispettare con rigore le indicazioni del Governo, della Protezione civile e delle Autorità sanitarie. Non siamo immortali, non siete immortali perché il virus contagia anche i giovani, colpisce in maniera indiscriminata. Non basta studiare, non basta fare bene l’istruzione a distanza se poi si mettono in atto comportamenti privati gravemente a rischio di diffondere il contagio. Che senso ha fare il grande sacrificio di sospendere le lezioni se poi si è così incoerenti?
E’ il momento della responsabilità e del coraggio, sono certo che capirete le mie parole e che questa comunità di studenti e studentesse saprà incarnare e diffondere stili di vita e di relazione capaci di prevenire il contagio. Parlatene, discutetene e convincete tutti quelli con cui parlate, con cui vivete. È il nostro dovere di cittadini e cittadine perché voi lo siete a pieno titolo.
Grazie per l’attenzione alle mie parole, rimaniamo uniti e tra non molto tempo potremo ritornare alla nostra vita, nella nostra scuola, più forti di prima.