Inseguendo l’ombra degli scrittori, incontriamo la nostra. Sulle loro pagine ci siamo riconosciuti, nelle loro stanze li riconosciamo
Mauro Novello, vicepresidente del “Centro Nazionale Studi Manzoniani”
 
“Il vero per soggetto, l’utile per iscopo, l’interessante per mezzo” è  la poetica dell’autore a cui, nella seconda classe delle scuole superiori italiane, si dedica un intero anno di studio: il Manzoni. Certamente avvicinando la sua biografia, le sue opere e in particolare modo “I Promessi Sposi”, cogliamo la sua singolare grandezza , tuttavia, per entrare realmente un poco in contatto con lui e immergerci in una forma del “vero” che dà  luce, nel nostro liceo, abbiamo fatto un ulteriore passo e abbiamo visitato i luoghi manzoniani. Uscite guidate in due tappe: a marzo e a maggio. Una prima volta a Milano, abbiamo visitato la casa di Manzoni in via del Morone, poi a Lecco, abbiamo avuto occasione di cogliere quanto il romanzo manzoniano debba alla frequentazione di “quel ramo del lago di Como” da parte di Alessandro.
“Casa Manzoni” in via del Morone si trova nel cuore di Milano ed è  relativamente piccola e semplice rispetto ai sontuosi palazzi che la circondano; fu a lungo un rifugio affidabile per Manzoni che raramente si allontanava da qui. Essa si erge su tre piani, l’ultimo dei quali ospita il “Centro Nazionale Studi Manzoniani”, nello spazio che un tempo accoglieva gli appartamenti di Giulia Beccaria, la celebre madre di Alessandro. I due piani inferiori ospitano le stanze abitate dalla numerosa famiglia Manzoni e conservano anche alcuni oggetti amati dal poeta, i suoi ritratti più  celebri, ma anche dipinti con scenari naturali molto suggestivi, un piccolo busto del nonno Cesare Beccaria (incontrato una sola volta dal poeta, durante l’infanzia) incisioni tratte dal romanzo, busti dei suoi personaggi . Lo studio è  la stanza per eccellenza, nella quale ancora aleggia il suo spirito; l’incontro pare divenire più intimo, quasi sacrale. “Le case possiedono un’ineguagliabile capacità  narrativa” e qui si avverte la misteriosa presenza del genio manzoniano che si racconta e si svela. Alle pareti campeggiano i libri più  amati dal Manzoni; essi conservano ancora le postille del grande poeta. Manzoni, inoltre, proprio qui, ha trascorso gran parte della sua vita, e qui ha incontrato letterati, intellettuali, artisti di rilievo, romantici italiani ed europei. Milano è  stata il centro del Risorgimento italiano, e Casa Manzoni è , a sua volta, il suo cuore: visitarla è  quindi un’esperienza singolare, con un forte impatto emotivo; ci si accosta al mistero profondo, il mistero dell’atto creativo, il mistero del genio poetico e non si può rimanere indifferenti.
A Lecco, invece, vi sono gli scenari del suo romanzo. Proprio qui, a Villa Manzoni, trascorreva l’estate Alessandro fanciullo. Realtà  e invenzione creativa si fondono: ecco Il Convento di Pescarenico, la casetta di Lucia, la stradina ad ipsilon con l’edicola; poi l’Adda della redenzione di Renzo e il castellaccio dell’innominato, proprio “a cavaliere a una valle angusta e uggiosa”. L’autore ha realmente visitato questi luoghi e li ha resi, modificandoli soltanto in parte, scenari dell’universo del suo romanzo storico. Bisogna “circoscrivere lo sguardo”, osservare i dettagli ed espungere tutto ciò  che c’è  di nuovo, troppo contemporaneo; ci si sente in una dimensione lontana, in un Seicento estremo nei gesti e nei sentimenti. E così anche qui abbiamo inseguito l’ombra di Alessandro, e abbiamo forse colto con maggiore concretezza ed efficacia quanto la sua opera si nutra di realtà  e anche da essa tragga una straordinaria forza comunicativa.
IIB e IID Liceo